martedì 6 febbraio 2018

IL CIELO DI ROMA


Oggi il cielo è un principe lurido di blu
un paradiso immobile tra labirinti e tegole.
Oggi il cielo è un codice isterico di ruggine e nuvole,
un principe ignobile senza regole.


Ma tutto cambia, tutto ci stanca con l'abilità
di una medaglia
che mette fine alla corsa.


Oggi il cielo è un temporale di cicale in Do maggiore,
sole sole le signore fanno file di due ore.
Tra i veleni in bilico, la noia di un medico
che non le curerà: torneranno a casa piccole
come la fuliggine.


Ma tutto passa, e Roma è una gatta che ti ricatterà
ti graffierà e fuggirà
quand'è finita la pappa.


Oggi il sole è un matricida e bacia Roma come Giuda
la tortura di calura pazientando che da sola
si uccida di noia e paura, turisti
dall'aria golosa e gelosa di un'unica cosa:
che tra le loro mille belle chiavi di casa
il cielo di Roma non ci sarà.

Ormai no non bruciano
tutti quei nei che bucano
la carta geografica nascosta sull'anima.
La mia casa è un salice, un tavolo, un calice,
un'isola tra l'edicola e il bar.
Oggi il cielo è un principe e sa che non mi lascerà
Roma, chissà dove sarò l'inverno prossimo.

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